
“non il loro contenuto immediato, non l’ideologia di cui possono essere portatrici, ma il loro modo di affrontare la realtà con occhio spregiudicato, di inventare dei punti di vista per osservare, per vedere l’invisibile...”
Gianni Rodari
I significati e l’importanza della narrazione per i bambini
Come ho citato nell’articolo “L’utilizzo di fiabe in ambito pedagogico e terapeutico”, le fiabe possono costituire un importante mezzo per suggerire nuove modalità e affrontare creativamente le difficoltà.
Una possibile modalità di lavoro attraverso le fiabe è lo “StoryWriting”, in cui sono i bambini protagonisti narratori di storie e fiabe.
Nel momento in cui sono i piccoli a creare le storie, è più semplice che si identifichino con il loro messaggio e con il finale, più di quanto non accadrebbe con un racconto imposto da un adulto. Il bambino inoltre, creando una storia, è portato a trovare una soluzione al problema e nel momento in cui non riuscisse a trovare il modo di ottenere un risultato soddisfacente, avrà il gruppo che potrà sostenerlo con idee e energie, guidandolo verso una possibile soluzione.
La particolare combinazione di tecniche utilizzate per creare la storia può far emergere elementi molto speciali, poiché la storia vissuta dai bambini è un volo senza sforzo nel proprio mondo interiore.
A seconda degli obiettivi, si possono leggere al gruppo le storie create e prodotte, interrompendosi dopo la descrizione del problema e chiedendo di trovare insieme una soluzione.
In questo caso la forza del gruppo potrà essere fondamentale per sostenere una cooperazione e un efficace sostegno tra pari.
Inventare, raccontare e ascoltare storie serve a trasferire nei loro contenuti e nei loro personaggi il peso delle emozioni negative e a trarre dalla forza creativa gli stimoli per trovare soluzioni e aprirsi a nuove possibilità.
La creazione di storie, può essere integrata dall’uso di immagini, disegni, oggetti, melodie e giochi.
L’utilizzo di un approccio multisensoriale, fa si che vengano stimolati non solo i centri del linguaggio, ma anche quelli visivi e cinestesici favorendo una migliore integrazione dei concetti.
La chiave del contatto è proprio cercare di andare oltre le parole per coinvolgere più modalità sensoriali nel processo che porta alla soluzione delle difficoltà.
Cecilia Allasina