Venerdì 26 maggio, durante la pausa pranzo, sono riuscita a ritagliarmi due ore per esplorare il Salone del Libro 2017. Incuriosita dalle complesse dinamiche emerse negli ultimi mesi riguardo alla manifestazione e dai numerosi articoli che descrivevano il successo di questa nuova edizione, mi sono precipitata per capire che cosa mi aspettasse.

Arrivo alle 12.30, svuoto lo zaino da pesi inutili e mi avventuro nel Salone.

Senza saperlo mi trovo davanti ad un’entrata laterale che mi conduce direttamente al BookStoreVillage, la grande area dedicata in particolare a bambini e giovani da 0 a 20 anni.

La mia mente mi riporta a frasi quali “queste nuove tecnologie porteranno i ragazzi a non saper più scrivere”,  “i ragazzi di oggi non sanno più comunicare” e ammetto di essere un po’ impaurita.

Tablet ovunque, monitor, pc e postazioni a misura di bambino.

Dopo un primo momento di inquietudine decido di concentrarmi sulle percezioni che quel contesto mi evoca. Mi rilasso e continuo la mia osservazione alla ricerca di spunti di riflessione.

Un’emozione.

Gruppi di bambini con magliette e cappellini colorati, sale gremite di ragazzi, scrittori e formatori concentrati a trasmettere la loro passione attraverso laboratori di ogni tipo.

Poesie che “tatuano” muri e bimbi alle prese con parafrasi per comprenderne meglio il senso.

Genitori e insegnanti che dall’alto monitorano, accompagnano.

Bimbi che sfogliano libri, leggono storie e se la ridono tra di loro, osservano immagini, si incantano.

Entro poi nella sezione “digital”, cammino circospetta, dentro di me scorrono pensieri contrastanti.

Giro l’angolo e leggo su una parete BOOK BLOG – giovani letture, abbasso gli occhi e vedo decine di ragazzi davanti a pc forniti dal Salone, alle prese con articoli che raccontano le loro storie.

Premetto che in questo periodo il mondo dello storytelling mi sta affascinando particolarmente, sto lavorando a progetti nei quali attraverso il racconto di sé, della propria storia, si aprono mondi sconfinati attraverso i quali scoprire parti sconosciute e spesso interessanti del proprio essere.

Per questo il mio occhio si incanta osservando questi ragazzi: pagine di appunti ed elenchi puntati scritti su fogli bianchi a fianco alle tastiere, chi con le cuffie nelle orecchie, chi cooperando a gruppetti di due o di tre.

Mi avvicino per leggere nei dettagli di cosa tratta il progetto BookBlog (se non lo sapete vi consiglio di dare un’occhiata qui http://bookblog.salonelibro.it/il-blog/), cerco di dare un’età ai ragazzi, li osservo  a fondo, mi sembra di intravedere quattordicenni, quindicenni, sedicenni, diciassettenni.. e come dice il regolamento del blog, solo under 18.

Entro nella sala successiva e tre studenti di liceo, vedendo i miei occhi curiosi, mi fermano chiedendo di poter illustrare il loro progetto/concorso fotografico in linea con il tema del Salone “OLTRE I CONFINI”. Chiacchiero dieci minuti con loro che mi spiegano come attraverso la fotografia hanno potuto riflettere sul tema del “confine”, io vado in brodo di giuggiole, osservo con attenzione tutti gli scatti e le fotografie in concorso e do il mio contributo, votando una foto che mi colpisce particolarmente (fatelo anche voi https://www.facebook.com/CfCavour2017/). Ringrazio questi ragazzi e li incito a fotografare (cosa che amo molto fare anche io), a sperimentarsi e divertirsi attraverso le loro passioni.

Continuo il mio giro, tra i libri tattili per bimbi piccini, illustrazioni, filastrocche e pagine colorate. Scopro il nuovo orizzonte del Thinkering: “laboratori, metodi, modi di sperimentare la scienza attraverso attività di costruzione che valorizzano la creatività, l’indagine e l’esplorazione basandosi sulle capacità e le conoscenze di ciascuno” e ascolto attenta un intervento della Polizia di Stato sul Cyberbullismo, mi addentro poi nel salone dei grandi, in cui nei miei stand di fiducia faccio strage di libri.

A questo punto, come un lampo, mi ritornano in mente le frasi citate precedentemente:

“…i ragazzi di oggi non ………, ……….”.

In un primo momento mi infastidisco, poi rifletto e decido di trasformarle: i giovani d’oggi, come i giovani di ieri, se accompagnati nel modo giusto, se coinvolti in attività che li appassionano, che li divertono, che li responsabilizzano come cittadini del Mondo e protagonisti delle loro storie, delle loro vite, impareranno e scriveranno con il cuore, smentendo il senso comune e gli allarmismi.

Scriveranno pigiando i tasti di una tastiera e non con una penna in mano, leggeranno libri su kindle o iPad e lavoreranno davanti a pc, utilizzando la tecnologia nella sua accezione positiva, come strumento per veicolare con altri canali i messaggi che ci sono stati trasmessi in secoli di ricerca culturale.

In questa prospettiva sarà sempre più utile proporre ai bambini e ai ragazzi attività in cui possano riprendere contatto con tutti e cinque i sensi, cercando di bilanciare le esperienze e sarà sempre più cruciale il ruolo degli educatori, professori e figure preparate, competenti e appassionate che accompagnino i ragazzi nel loro percorso di crescita. Infine, solo l’integrazione di diverse attività potrà fornire loro strumenti per affrontare la vita con il giusto spirito e solo credendo in loro, nelle loro potenzialità, smettendo di deresponsabilizzarsi dando la colpa ad altri, potremo costruire un futuro degno per le nuove generazioni.

 

Cecilia Allasina

C

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