Ritrovarsi Mamme

Ritrovarsi Mamme

Incontri settimanali di accompagnamento alla nascita e alla crescita di mamme e papà insieme ai loro piccoli bambini.

Un’occasione di confronto su temi specifici, alternata da incontri in cui verrà data la parola alle mamme per condividere esperienze, dubbi, stati d’animo e per prendersi cura di sè.

Uno spazio caldo e morbido in cui ritrovarsi ed esplorare il nuovo mondo della genitorialità.


Ogni giovedì mattina, dalle 10.30 alle 12.00, una psicologa, una psicomotricista e un’ostetrica vi accompagneranno alla scoperta di temi sempre nuovi e curiosi:

26 gennaio: CONOSCIAMOCI – incontro gratuito

Incontro introduttivo per conoscerci, chiacchierare e confrontarci sui temi che verranno proposti durante i mesi successivi. Intorno ad una tazza di te, prendendovi un po’ di tempo per voi.

2 febbraio: EMOZIONI E SENSAZIONI DOPO IL PARTO

Vivere questa trasformazione con energia e presenza.

9 febbraio: IL RITMO E LA CURA

Dedicarsi al bambino nei momenti di cura attraverso sguardi di meraviglia.

16 febbraio: L’ALIMENTAZIONE NEI PRIMI MESI

Nutrimento di corpo, nutrimento di latte, nutrimento d’amore.

23 febbraio: LASCIAMOCI COCCOLARE

Libero incontro in cui dare il tempo alle emozioni, ai vissuti e alle esperienze di lievitare.

9 marzo: LA FORZA DEL MOVIMENTO

Accogliere e guidare l’innata spinta evolutiva.

16 marzo: DA DUE A TRE

Alla ricerca di nuovi equilibri.

23 marzo: LA CURA DELLA DONNA

Come prendersi cura del corpo dopo il parto.

30 marzo: LASCIAMOCI COCCOLARE

Libero incontro in cui dare il tempo alle emozioni, ai vissuti e alle esperienze di lievitare.

6 aprile: RITMI CHE CULLANO

Conoscere la fisiologia del sonno dei piccoli per saperlo gestire e prendersene cura.

13 aprile: NUOVI MODI DI ENTRARE IN CONTATTO – IL MASSAGGIO NEONATALE

I benefici del contatto “pelle a pelle”.

20 aprile: LO SVEZZAMENTO

Nuovi modi per nutrire corpo e anima.

4 maggio: LASCIAMOCI COCCOLARE

Libero incontro in cui dare il tempo alle emozioni, ai vissuti e alle esperienze di lievitare.

11 maggio: LA FORZA DEL MOVIMENTO

La scoperta del mondo, primi passi verso l’autonomia.

25 maggio: GIOCO ED ESPLORAZIONE

Alla scoperta del mondo attraverso il gioco; manipolazione ed esplorazione sensoriale.

1 giugno: LASCIAMOCI COCCOLARE

Libero incontro in cui dare il tempo alle emozioni, ai vissuti e alle esperienze di lievitare.


E’ possibile partecipare ad un incontro singolo o si possono acquistare pacchetti da 4 – 8 o 16 incontri.

Ci si può inserire nel gruppo in ogni momento.

Ad accogliervi ci saranno:

Cecilia Allasina: psicologa, psicoterapeuta in formazione, specializzata in psicologia perinatale.

Lucia Cardellino: educatrice socioculturale e della prima infanzia, psicomotricista relazionale.

Monique Diarra: ostetrica e mediatrice interculturale e altri professionisti.

 

Vi aspettiamo in Via Marco Polo 5, Torino.

 

C

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NARRARE PER CRESCERE

“non il loro contenuto immediato, non l’ideologia di cui possono essere portatrici, ma il loro modo di affrontare la realtà con occhio spregiudicato, di inventare dei punti di vista per osservare, per vedere l’invisibile...” 

Gianni Rodari

I significati e l’importanza della narrazione per i bambini

Come ho citato nell’articolo “L’utilizzo di fiabe in ambito pedagogico e terapeutico”, le fiabe possono costituire un importante mezzo per suggerire nuove modalità e affrontare creativamente le difficoltà.

Una possibile modalità di lavoro attraverso le fiabe è lo “StoryWriting”, in cui sono i bambini protagonisti narratori di storie e fiabe.

Nel momento in cui sono i piccoli a creare le storie, è più semplice che si identifichino con il loro messaggio e con il finale, più di quanto non accadrebbe con un racconto imposto da un adulto. Il bambino inoltre, creando una storia, è portato a trovare una soluzione al problema e nel momento in cui non riuscisse a trovare il modo di ottenere un risultato soddisfacente, avrà il gruppo che potrà sostenerlo con idee e energie, guidandolo verso una possibile soluzione.

La particolare combinazione di tecniche utilizzate per creare la storia può far emergere elementi molto speciali, poiché la storia vissuta dai bambini è un volo senza sforzo nel proprio mondo interiore.

A seconda degli obiettivi, si possono leggere al gruppo le storie create e prodotte, interrompendosi dopo la descrizione del problema e chiedendo di trovare insieme una soluzione.

In questo caso la forza del gruppo potrà essere fondamentale per sostenere una cooperazione e un efficace sostegno tra pari.

Inventare, raccontare e ascoltare storie serve a trasferire nei loro contenuti e nei loro personaggi il peso delle emozioni negative e a trarre dalla forza creativa gli stimoli per trovare soluzioni e  aprirsi a nuove possibilità.

La creazione di storie, può essere integrata dall’uso di immagini, disegni, oggetti, melodie e giochi.

L’utilizzo di un approccio multisensoriale, fa si che vengano stimolati non solo i centri del linguaggio, ma anche quelli visivi e cinestesici favorendo una migliore integrazione dei concetti.

La chiave del contatto è proprio cercare di andare oltre le parole per coinvolgere più modalità sensoriali nel processo che porta alla soluzione delle difficoltà.

Cecilia Allasina

C

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“Le fiabe servono soprattutto alla formazione della mente: di una mente aperta in tutte le direzioni del possibile. Toccano nel bambino la molla dell’immaginazione, una molla essenziale alla formazione di un uomo completo. Perciò sono essenziali alla sua educazione.”

Gianni Rodari.

L’utilizzo di fiabe come strumento pedagogico e terapeutico

L’utilizzo delle Fiabe all’interno di laboratori e percorsi per i più piccini, è una metodologia sempre più utilizzata.

Le storie stimolano la curiosità ed espandono gli orizzonti, sono un intreccio complesso di osservazioni, apprendimenti e intuizioni e possono lasciare messaggi molto profondi.

Sono state utilizzate in tutte le epoche e in tutte le culture, per intrattenere e per trasmettere lezioni di vita e possono diventare un mezzo prezioso per aiutare il bambino ad aiutare se stesso (Thomson, 2009).

Le fiabe trasmettono messaggi, positivi, di rassicurazione e rappresentano uno strumento per contattare le emozioni. E’ interessante sottolineare come nelle fiabe siano presenti sentimenti ed emozioni di ogni genere, non solo positivi, anzi. Angosce e paure sono sempre presenti e i bambini vengono a contatto con esse. Il male è presente come parte indispensabile dello sviluppo narrativo, per poi essere trasformato e superato. La peculiarità delle fiabe in chiave moderna è proprio il LIETO FINE, per cui il fulcro dell’utilità e del potere che possono avere nel lavoro terapeutico è racchiuso nel passaggio tra male (evento da superare) e bene (evento superato).

Gli ingredienti fondamentali di una fiaba sono:

  • l’inizio: la descrizione dei personaggi
  • il cuore: le avventure in cui i protagonisti acquisiscono risorse e abilità che gli permettono di affrontare le difficoltà
  • il lieto fine: il trionfo

Le storie rappresentano la vita, comunicano valori, suggeriscono soluzioni ai problemi, coinvolgono, divertono e offrono nuove prospettive e nuovi occhi per guardare mondo. Accendono l’immaginazione e ci immergono nella fantasia, ed è proprio attraverso questi canali, immedesimandosi in personaggi fantastici, che si possono sostenere i piccoli (e non solo) ad affrontare o trasformare situazioni spiacevoli o esperienze traumatiche. Attraverso le metafore si possono ridefinire problemi, migliorare l’autostima, incoraggiare i bambini ad avere maggiore sicurezza e superare resistenze proprio perchè le avventure vengono vissute in modo soggettivo: il bambino vede il problema come qualcosa che sta succedendo ad un personaggio (altro da lui) e di conseguenza non si sente direttamente minacciato o rimproverato (Thomson, 2005).

E’ importante, come afferma Seligman, sostenere le risorse individuali di ciascun individuo. Il fuoco dell’intervento è sempre rivolto a contattare, portare alla luce e utilizzare le risorse e le energie interiori del bambino, per aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi. Non si cercherà quindi il senso e il significato delle narrazioni, interpretandole inappropriatamente, ma piuttosto si sosterrà l’immaginazione, che ha una saggezza in sé e una forza di guarigione implicita e molto profonda (M.H. Erikson).

Cecilia Allasina

 

 

 

C

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Gli ultimi anni di scuola primaria e il passaggio alla scuola secondaria di primo grado rappresentano idealmente un ponte tra la fanciullezza e l’adolescenza nella piena espressione di sé.

La scuola è un ambiente di riferimento per i ragazzi e le loro famiglie. Essa si trova a svolgere non solo la funzione didattico-educativa, ma è anche luogo in cui si manifestano processi di crescita e pertanto può essere un prezioso osservatorio delle difficoltà in cui ci si imbatte in questo periodo. I rapidi cambiamenti sociali e culturali, infatti, rendono ancor più faticoso e complesso il percorso che i ragazzi svolgono per arrivare a prendere coscienza di sè, dei propri cambiamenti e delle difficoltà che possono incontrare nel raggiungimento del pieno sviluppo della propria identità. I giovani talvolta, non trovando un canale limpido e comunicativo con i propri genitori, si rivolgono a differenti figure – insegnanti, educatori, psicologi ecc.- ponendo loro interrogativi e manifestazioni sulle proprie fatiche emotive-relazionali.

La scuola, infatti, pur essendo un luogo in cui è richiesto un impegno e può comportare frustrazione e fatica, costituisce per i ragazzi un’importante occasione di socializzazione e di confronto. Si creano relazioni significative e si affrontano continue sfide. Per questo motivo è importante che la scuola faccia da “contenitore” a eventuali disagi che possono emergere nel corso della crescita. Questi, infatti, possono essere manifestati dagli alunni in differenti ambiti e situazioni, particolarmente in casi in cui in famiglia la presenza e l’ascolto degli adulti sono maggiormente carenti.

In questa delicata fascia d’età, a causa dei cambiamenti fisici e dei conseguenti sviluppi emotivi, emerge la necessità da parte dei ragazzi di acquisire una maggiore conoscenza della dimensione sessuale e relazionale che spesso pone genitori e insegnati di fronte a nuove sfide.

Durante la fase della preadolescenza i ragazzi cominciano a definire le proprie scelte personali e sociali, la sessualità emerge in maniera significativa e si strutturano maggiormente i tratti della loro personalità. Questi aspetti, insieme ad altre caratteristiche proprie dello sviluppo adolescenziale, contribuiranno allo sviluppo dell’identità (Erikson, 1963). La prospettiva bio-psico-sociale sottolinea quanto la maturazione fisica e le nuove competenze sociali acquisite richiedano nuove abilità e aprano nuove possibilità di sviluppo per il bambino.

Date queste premesse è necessario che i ragazzi vengano introdotti alla sessualità rispettando il proprio livello di sviluppo, evitando che si vengano a creare rappresentazioni distorte. La società, essendo in rapido cambiamento, li pone spesso di fronte a compiti di sviluppo precoci a causa della tecnologia sempre più sofisticata e all’uso di Internet e social network.

Essi, infatti, di fronte a un vuoto comunicativo e alla giustificata curiosità della loro età, possono cercare informazioni su Internet, imbattendosi in consigli e spiegazioni che forniscono soluzioni allettanti ma scorrette.

Molto spesso emerge una sessualizzazione precoce, la cui conseguenza può essere una devitalizzazione della sfera affettiva che può avere ripercussioni anche sul livello di apprendimento e sul grado di socializzazione tra pari. E’ necessario, quindi, stimolare nei ragazzi una graduale presa di coscienza delle caratteristiche somatiche e fisiologiche proprie dei due sessi, ma soprattutto estendere tale consapevolezza agli aspetti psico- sociali che la sessualità coinvolge, tenendo conto di come la sfera sessuale non interessi solo una funzione specifica dell’organismo, ma sia un elemento che attraversa tutti gli ambiti dell’esperienza.

Per promuovere una sana crescita psico-fisica, riteniamo quindi fondamentale interagire con le figure ritenute significative dai ragazzi, affinché creino un ambiente all’interno del quale questi ultimi si possano muovere e crescere in maniera autonoma. È compito infatti della scuola, dei genitori e degli adulti che vertono intorno all’età evolutiva accompagnare i ragazzi nel processo di crescita e nei cambiamenti che li attendono.

Cecilia Allasina
Elisabetta Vaira

C

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